Accattonaggio invasivo, Di Giandomenico chiede di mettere un freno

SULMONA – “Domandiamo alla sindaca di Sulmona, Annamaria Casini, che ponga un freno all’accattonaggio che in città oramai assume notevoli dimensioni alimentando i traffici iniqui della criminalità”. Sono parole rimaste inascoltate quelle pronunciate più di un anno fa  dal coordinatore di Italica, Alberto Di Giandomenico.

Costretto a tornare sull’argomento, il Movimento d’identità e territorio insiste affinché il sindaco intervenga a difesa dei più deboli per ripristinare un po’ d’ordine. “Non è l’unico problema della città è chiaro questo, ma di certo è una di quelle questioni da risolvere per evitare che dilaghi trasformandosi in emergenza – aggiunge – E’ meglio comprare da mangiare e da bere a chi chiede aiuto e versa in condizioni di bisogno. Mai offrire del denaro perchè purtroppo finisce in cattive mani, non quelle bisognose dei poveri, ma quelle avide degli sfruttatori. Dietro l’organizzazione capillare dell’accattonaggio c’è spesso la mafia italiana o sistemi criminali analoghi di altri Paesi, senza scrupoli, che supportano economicamente affari davvero raccapriccianti con il ricavato dei loro schiavi, i mendicanti. Non possiamo essere complici di tutto questo”.

Il Movimento Italica domanda il rispetto del Regolamento di Polizia urbana in attesa che, chi di dovere, indaghi sulla provenienza di questi mendicanti e ricostruisca la rete per smantellarla e porre un argine al dilagare del fenomeno che a lungo andare ha risvolti negativi anche in altri settori. “Occorrerebbe, prima di tutto, una maggiore organizzazione della macchina della solidarietà provvedendo ad instradare chi non ha casa, cerca soldi e vive in pessime condizioni, nei  centri di sostegno e assistenza messi a disposizione – concludono dal movimento – Insistiamo nel chiedere alla prima cittadina che ponga freno a questo fenomeno che, sappiamo tutti, frutta milioni di euro a cosche e criminali che sfruttando la solidarietà si arricchiscono. Sono mercanti che rivendono la nostra bontà ai trafficanti di morte”.

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